40 ANNI DALLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA: LA STRAGE CHE CAMBIO' LA STORIA D'ITALIA di N. Ruocco
Una delle pagine più cupe e tristi della storia italiana. Il 12 dicembre 1969 esplode nella Banca dell'Agricoltura a Piazza Fontana in Milano un ordigno che provoca un bilancio in vittime di ben 16 morti e 87 feriti. Figlia di oscuri progetti stragisti, la vicenda di Piazza Fontana ha una lettura non subito chiara e soprattutto non imputabile ad un semplice atto terroristico o eversivo. La strage delle stragi, qualche cronista del periodo commentava sulle testate giornalistiche. E le stesse motivazioni nonchè i mandanti della stessa strage, ancora oggi sono avvolti in un grigiore profondo. L'accaduto infatti riguardava uno dei primi fatti della strategia della tensione, una serie di gravi attentati avvenuti in particolare tra il 1968 e il 1974, e tendenti alla destabilizzazione e rovesciamento forse di carattere golpista del Governo Italiano. Le indagini degli inquirenti furono comunque diverse e ad ampio raggio, giungendo all'arresto di Pietro Valpreda; un arresto tuttavia molto discusso, perchè, seppur un anarchico militante, Valpreda non commise mai il fatto. Rappresentò soltanto il classico caso del colpevole montato ad arte. Ma per coprire cosa? In realtà molti storici attribuiscono alla strage di Piazza Fontana, al di là del suo aneddoto di cronaca, una valenza di rilievo storico-sociale legata al fatto che da lì a breve furono scoperte particolari situazioni di golpismo, servizi segreti deviati, progetti di destabilizzazione sociale interni alle stesse Istituzioni dello Stato, e forse (anche se il forse potrebbe chiaramente essere omesso) influenzate e incalzate dagli Stati Uniti, nel periodo apice in quegli anni, ricordiamo, della Guerra Fredda [..] Nel 1969 in Italia era Presidente del Consiglio Mariano Rumor, capo di un Governo di centrosinistra, frutto di un accordo tra socialisti e DC. Negli anni verrà scoperto, che tramite dei fronti militanti segreti di Forza Nuova, obiettivo dell'attentato in Milano era, con il successivo sollevamento delle folle di militanti MSI, far cadere il Governo Rumor. Anche in seno alla stessa DC si aprirono dibattiti sull'opportunità di continuare o meno a stare nel Governo, opinioni subito sedate con maestria dall'On. Aldo Moro. Numerose altre furono poi le vicende che si svilupparono su questi fatti [..] Il dato storico innegabile comunque, è che per la prima volta lo Stato Italiano si rese conto di essere forse molto vulnerabile al suo stesso interno; e non bastò questa vicenda che il successivo anno vi fu il tentanto golpe di Junio Valerio Borghese. Pagine insomma molto oscure della politica italiana, la cui verità forse noi cittadini non conosceremo mai. (N. Ruocco)
E L'ITALIA HA.. L'ATOMICA ! di N. Ruocco
La deterrenza psicologica del detenere nel proprio arsenale militare una o più armi nucleari, è sempre stata volano di soggezione politica portato avanti dagli USA e dalla Russia (con apice spaventoso nella Guerra fredda), e negli ultimi decenni anche di alcuni altri Stati che hanno deliberatamente acclarato di possedere l'atomica. Ma in Europa e in Italia, a parte la Francia e la Gran Bretagna che sono tra quei stati che ne hanno comunicato il possesso di tali armi, ve ne sono di altri possessori di armi atomiche? Lo specialista americano Hans Kristensen del Natural Resources Defense Council (NRDC), autore di un rapporto sulle armi atomiche in Europa, afferma che in Europa vi sono oltre 400 testate nucleari di media potenza funzionanti, delle quali circa 90 in Italia: 50 nella sola base Usaf di Aviano (Pn) e una 40ina in quella bresciana di Ghedi Torre. Queste informazioni risultano trovare riscontro totalmente veritiero anche su di un dossier recentemente rivelato dalle autorità militari americane. Nello specifico in Italia vi sono missili tattico-strategici con testata nucleare di media dimensione di tipo B 61-1 e B 61-3 (foto in alto) montabile su qualsiasi caccia d'attacco recente. Su questa questione naturalmente vige il più completo silenzio delle nostre autorità, essendo coperto dal segreto militare di stato. Il problema tuttavia è la sicurezza: siamo veramente certi che siano custodite in luoghi che non possano far destare preoccupazione? Era proprio necessario portare armi simili nel nostro paese? Affermerà nel proprio rapporto Kristensen «Le ragioni di un arsenale nucleare così grande in Italia sono nebulose e la stessa Nato non ha una strategia chiara. Le atomiche continuano a svolgere il tradizionale ruolo dissuasivo nei confronti della Russia, e in parte servono per eventuali obiettivi in Medio Oriente, come l'Iran. Un'altra ragione è di tipo politico istituzionale. Per l'Italia è importante continuare a fare parte degli organi di pianificazione nucleare della Nato, per non essere isolata in Europa. Altri paesi come la Germania hanno lo stesso atteggiamento». A voi le considerazioni finali.
STOP AEREO PER LE NUBI DEL VULCANO ISLANDESE O SEGRETA OPERAZIONE MILITARE DELLA NATO? di N. Ruocco
in completamento
LA TERZA GUERRA MONDIALE SFIORATA NELL'AGOSTO 2000: L'ENIGMA DEL KURSK di N. Ruocco
Il Kursk è un sottomarino nucleare russo di ultima generazione, in assoluto uno dei più grandi al mondo entrato in servizio nel 1996. Il 12 agosto del 2000 il sottomarino in seguito a due esplosioni, si inabissa nel mare di Barents (foto relitto a lato) con a bordo 118 membri dell'equipaggio, alcuni dei quali sarebbero stati ancora vivi e avrebbero avuto qualche riserva di ossigeno che poteva garantire loro la sopravvivenza per una decina di giorni. Ma i tentativi di recupero dei superstiti procedono volutamente a rilento, e dopo 9 giorni risulteranno vani. Si aprono diversi scenari, sia sulle cause, sia su possibili conseguenze poltico-militari. Si sa per certo che durante le esercitazioni militari che i sovietici portavano avanti in quei giorni, diversi ufficiali cinesi erano intervenuti per vedere con i loro occhi l'ultimissima arma top secret della marina russa: il siluro a velocità supersonica "skhval". Si verrà a conoscenza in seguito che diversi armamenti saranno venduti allo Stato cinese dallo stesso Vladimir Putin, da pochi mesi neo Presidente; particolare non da poco a conoscenza dei servizi segreti degli USA. L'"affaire kursk" verrà subito classificato come segreto di stato per le autorità sovietiche, e nel frattempo diversi generali di marina indicheranno per bocca soprattutto del Gen. Popov responsabili della tragedia alcuni sottomarini americani che più o meno segretamente si muovevano nelle stesse acque del mare di Barents. In effetti in quelle acque vi erano i sottomarini americani Memphis e Toledo, i quali poi saranno ritrovati segretamente in alcune banchine di riparazione in Norvegia, gravemente danneggiati. Sott'acqua si presume vi sia stata una collisione tra il Kursk e il Toledo, seguita poi dall'armamento e sparo di un siluro Mk 48 dal sottomarino Memphis che ha provocato l'esplosione della prua del Kursk (il cui foro di entrata è possibile intravedere nella foto in alto del relitto). Insomma per un attimo il filo sottile della pace si stava per spezzare e far posto ad una grave crisi militare tra le due più grandi potenze mondiali, che sicuramente avrebbe dato vita al terzo conflitto mondiale. Tralasciando diversi altri particolari molto misteriosi della vicenda, dopo diverse e ripetute telefonate tra l'allora presidente Clinton e Putin, il tutto si risolve fortunatamente con la diplomazia, ma gli USA pagheranno un risarcimento di ben 10,5 miliardi di dollari alla Russia. Dopo diverse settimane il relitto verrà recuperato dal Governo sovietico ingaggiando una apposita azienda olandese specializzata, e saranno recuperate gran parte delle testate nucleari che giacevano sott'acqua a bordo del sottomarino. Ufficialmente l'affondamento del sottomarino si dichiarerà causato dall'autocombustione di un vecchio siluro a bordo, peccato però che non ve ne erano...Una delle mille pagine dai volti oscuri che ci riserva spesso la storia. (N. Ruocco)
L'AREA 51 "ITALIANA" NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE: IL GABINETTO RS/33 DI MUSSOLINI di N. Ruocco
"D'ordine personale del Duce disponisi immediato dicesi immediato arresto diffusione notizia relativa at aeromobile natura et provenienzia sconosciuta di cui at dispaccio stefani data odierna 7 et 30 STOP Disponesi istantanea rifusione eventuali piombi giornali recanti detta notizia STOP Previste max pene per trasgressori fino at deferimento tribunale sicurezza dello stato STOP Dare immediata comferma ricevimento STOP".
Queste sono le parole del telegramma di cui l'immagine sopra; parole recanti un tassativo ordine del Duce di fare il più assoluto silenzio sul ritrovamento di un aeromobile discoidale nella campagna milanese il 13 giugno 1933. L'oggetto in questione verrà celermente preso in consegna dall'esercito e depositato presso un hangar del centro SIAI-Marchetti di Vergiate (MI), all'epoca noto stabilimento sulla ricerca e costruzione di aerei da guerra italiani. Di lì a qualche settimana l'O.V.R.A. (Opera di Vigilanza e Repressione Antifascimo), la cd. polizia segreta di Mussolini, costituirà un gruppo segretissimo di ricerca sull'ufologia, ma più propriamente sullo studio di nuovi veicoli da guerra non convenzionali: il Gabinetto RS 33 (la sigla RS sta per Ricerche Speciali). A capo dell'RS 33 lo stesso Mussolini porrà lo scienziato Guglielmo Marconi e altri personaggi tra i più rinomati ricercatori italiani del periodo. Gli scienziati non si limitarono a verificare l'entità di quell'oggetto avvolto tutt'oggi dal totale mistero, ma si sa, con certezza assoluta, che di lì a breve realizzarono un imponente fascicolo di documenti sulla possibilità di realizzare nuovi aeromobili discoidali e nuovi aerei a reazione. Tecnologie decisamente all'avanguardia per i primi anni 30. Dei primi furono realizzati i soli progetti cartacei riguardandi dischi volanti con movimento verticale da elica incavata, mentre dei secondi vi fu addirittura il collaudo in volo del primo aereo al mondo a reazione: il Ciampino-Caproni F 4 testato per la prima volta il 27 agosto 1940.
Un simile passo avanti nella tecnologia, fa in realtà pensare che gli scienziati dell'RS 33 abbiamo concretamente studiato tecnologia aliena. Questi studi infatti furono talmente gettonati, che tramite infiltrati tedeschi, giunsero all'attenzione della Gestapo di Hitler; e fu lui stesso a chiederne il trasferimento di tale documentazione presso il centro ricerche tedesco di Peenemunde. Cosa che il Governo Fascista autorizzò nel 1941.
Sulla base delle ricerche italiane, i tedeschi realizzarono l'aereo a reazione fotocopia del prototipo italiano, il Messerschmit 262; addirittura, nell'ambito delle armi segretissime di Peenemunde, si saprà in seguito che gli scienziati tedeschi stavano sviluppando un aeromobile discoidale sempre sulla base degli studi italiani: il V 7. Altre applicazioni ebbero luogo con la famosa "ala volante" H-4, primo aeromobile senza pilota, nonchè con la missilistica delle V 1 e V 2. Il veivolo presumibilmente alieno rinvenuto a Milano nel 1933, verrà ahinoi distrutto nel 1943 dopo il bombardamento degli alleati dello stabilimento SIAI-Marchetti. Alcuni storici parlano anche di un premeditato incendio doloso appiccato all'hangar segreto dove esso era riposto. Al termine del conflitto, parecchi documenti dell'RS 33 andarono persi, i più in mano ai tedeschi passarono poi agli americani, e solo alcuni verranno conservati in Italia col segreto militare, oggi consultabili all'Archivio di Stato di Milano. Sta di fatto comunque, che tali tecnologie passeranno successivamente in mano agli americani: con la fine della seconda guerra mondiale, i veicoli nazisti recuperati furono in gran parte distrutti, ma quelli di maggior interesse scientifico furono sequestrati e tutt'ora segretati nella famosa Area 51 nel deserto del Nevada negli Stati Uniti, una della aree militari più segrete al mondo. Chissà poi quali tecnologie sono nate forse proprio dal quel telegramma in alto e dagli studi degli scienziati italiani. Altro esempio dei corsi e ricorsi storici. (N. Ruocco)
L'EROE SCONOSCIUTO DEL XX SECOLO: LO STRANO CASO DI NIKOLA TESLA di N. Ruocco
Le invenzioni del fisico Nikola Tesla erano talmente in avanti per il suo periodo che alcune delle sue stesse invenzioni sono completamente inimagginabili anche ai giorni nostri! Nato nel 1856 in Jugoslavia, dopo brevi trascorsi in Ungheria e Francia si trasferì ben presto negli Stati Uniti a New York, dove il suo genio nel campo dell'elettricità gli permise subito di iniziare a lavorare per Edison. Assoluto precursore anche in materia di ricerche radiofoniche e nel magnetismo, Tesla ideò un nuovo progetto energetico chiamato "Il Sistema mondiale". Intendeva infatti utilizzare le vibrazioni elettro-magnetiche della Terra per ricavare energia elettrica a costo zero. Nel 1899 riuscì in un esperimento tenutosi nel suo laboratorio a Colorado Spring, tramite un generatore elettrico di nuova concezione, ad accumulare corrente elettrica per illuminare lampadine poste fino a 40km di distanza. Questo ben 110 anni fa! Nel 1912 ricevette il Premio Nobel per la fisica, ma rifiutò indignato dal fatto di non averlo ricevuto nel 1909 al posto del fisico italiano Guglielmo Marconi. Scienziato e Fisico tra i più brillanti dunque. Tuttavia attorno alla vita di Nikola Tesla vaga anche un velo di grigiore per talune sue attività e ricerche, portate avanti soprattutto dopo essere stato ingaggiato dal Governo americano per sviluppare nuove tecnologie di uso militare. I finanziamenti infatti per i progetti civili delle sue invenzioni d'un tratto cessarono, e diversi suoi studi furono applicati in ambiti coperti dal più alto segreto. E' documentato che durante l'applicazione di un suo strumento nel progetto governativo "Philadelphia experiment" che consisteva nel provare a schermare dai radar una nave militare, Tesla installò su di essa un tipo particolare di generatore elettrico, ed all'avvio del test, la nave non solo scomparve dai radar, ma sparì del tutto fisicamente. La nave si ritrovò in una sorta di tunnel elettrico con colori che cambiavano in continuazione; tre marinai si gettarono fuori dalla nave in quel preciso istante e al loro ritorno sulla terra ferma si resero conto che erano molto più vecchi, poichè erano passati 40anni! E questa circostanza è anche stata testimoniata. Era per caso questa una sorta di macchina del tempo? Altra vicenda insolita e anch'essa coperta da un diffuso silenzio, ma senza mai particolari smentite, è quella relativa a presunti armi ad energia diretta messe a punto da Tesla negli ultimi anni della sua vita per l'esercito americano. Armi talmente potenti che non verranno mai utilizzate, tra cui il famoso "Raggio della morte": un raggio elettromagnetico amplificato che poteva colpire qualsiasi oggetto in movimento distruggendolo completamente. E le stesse onde, raggiungendo la ionosfera, avrebbero potuto causare immensi blackout energetici. Un simile studio ad un'arma del genere si sa che fu portato avanti anche da Marconi. Rachele Mussolini, consorte del Duce, nel suo libro "Il Mussolini privato", testimoniò che assistette ad un esperimento nel giugno 1936 sulla strada Ostia-Roma di una nuova arma top secret in cui venivano di colpo bloccati tutti i motori delle automobili da una forza misteriosa, arma anch'essa definita nell'ambito dell'RS 33 con l'appellativo simile a quella di Tesla. Nikola Tesla morì nel 1943 frustrato di non essere riuscito ad imporre alcuni suoi progetti basati sulle onde elettro-magnetiche. Insomma, invenzioni, come lui stesso dirà, nate da interesse umanitario che se utilizzate da mani e persone sbagliate potevano trasformarsi in armi terribili. Sta di fatto, che Nikola Tesla fu un genio assoluto nel suo campo di ricerca, una genialità senza confine che travalicò forse anche l'impensabile di ogni umana immaginazione. (N. Ruocco)
"DIO MI PERDONI GLI ULTIMI CINQUE MINUTI DI GUERRA". L'ATOMICA DI HITLER CHE POTEVA CAMBIARE IL CORSO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di N. Ruocco
In un suo discorso nell'ottobre 1944, Adolf Hitler d'un tratto sollevò una frase che sbigottì tutti gli intervenuti: "Dio mi perdoni gli ultimi cinque minuti di guerra". Lo stupore fu enorme. Cosa intendeva dire il Fuhrer? In verità diversi storici ed esperti di guerra sono convinti che Hitler nei primi mesi del '44 era quasi pronto nel disporre di un'arma atomica, chiamata nelle file dei gerarchi SS "bomba disgregatrice". Questa ipotesi viene confermata anche da Luigi Romersa, storico e corrispondente di guerra personale di Mussolini (morto nel 2007 all'età di 90anni, autore di diversi libri tra cui "Le armi segrete di Hitler" e "I segreti della Seconda guerra mondiale"). Su ordine dello stesso duce, e in accordo con Hitler, Romersa fu inviato in Germania nel settembre del 1944 a prendere visione del nuove armi "top secret" degli alleati tedeschi. Si incontrò con il generale Gobbels prima a Berlino e poi portato nella base segreta di Peenemunde. Assistette alla nuova missilistica delle V1 e V2 guidata da Von Brown, ai nuovi caccia a reazione Messerschmit e tra le altre cose, assistette ad una strana esplosione. Giunto sulla remota isola di Rugen, al nord della Germania, nel marzo del 1945, assieme a militari alti in grado prese parte ad un test di un nuovissimo tipo di bomba. Chiusi all'interno di un bunker d'un tratto assistettero ad un fortissimo bagliore, al quale seguì subito il levarsi di una nube cilindrica. Era il test di un ordigno atomico di segretissima realizzazione messo a punto dal fisico tedesco Kurt Digner. Romersa ritornò in Italia esterefatto, rendendo partecipe anche il Duce di quanto aveva osservato. Fu la prova concreta che i tedeschi erano quasi pronti nel 1945 ad un utilizzo di una nuova arma atomica. La guerra però fece il suo corso inesorabile. Le truppe russe si avvicinarono sempre più a Berlino e il conflitto si avviava ad una sua inesorabile conclusione per il Fuhrer. Ma, date alla mano, molti storici, tra cui Rainer Karlsh (autore del libro "La bomba di Hitler") fanno notare che se il conflitto fosse durato qualche mese in più, era già pronto e avviato il progetto di un volo segreto del bombardiere Horten della Luftwaffe verso la costa americana per sganciare su Washington il nuovo ordigno atomico. E la guerra avrebbe decisamente potuto avere un corso totalmente diverso. Fortuna per noi, risvolto questo non accaduto e rimasto una mera ipotesi da raccontare. (N. Ruocco)
I NAZISTI ALLA RICERCA DEL GRAAL di N. Ruocco
Il nazionalsocialmo hitleriano fu uno sconsiderato movimento politico, fatto di accentramento delle istituzioni, spregevole antisemitismo, repressione militare, regime diddatoriale, ma anche movimento con numerosi lati oscuri, di cui forse poco si parla, caratterizzati da misticismo, ricerche nel mondo dell'occulto e nell'esoterismo. Lo stesso Adolf Hitler era affascinato dal mistico e dai misteri esoterici, ed è comprovato il fatto che nei suoi primi anni da Fuhrer si circondò in tutta segretezza di astrologi e maghi, non sdegnando forse assieme ad altri gerarchi nazisti di partecipare a sedute particolari. Heinrich Himmler, comandante delle SS e braccio destro di Hitler, già dalla fine degli anni '20 ebbe incarico di avviare spedizioni militari segrete con l'intento di trovare nel mondo oggetti appartenenti al mito o leggenda, come l'Arca dell'Alleanza e il Graal. Sulle prime ci sono soltanto voci, mentre le ricerche sul Graal realmente vi furono. Nel 1930 infatti, uno strano personaggio, il colonnello delle SS Otto Rahn viene messo a capo di una spedizione segreta di militari nazisti delle SS nei Pirenei francesi. Rahn andò a Montsegur, nella Francia del sud, dove vi erano gli ultimi resti della roccaforte dell'antica popolazione dei Catari, secondo le tradizioni, custodi del calice in cui Giuseppe d'Arimatea conservò il sangue di Gesù. In quel periodo furono visti militari nazisti smantellare gli antichi pavimenti della roccaforte, scavare migliaia di buche nelle colline attorno, far saltare diverse mura. Ma non fu trovato nulla. Poco dopo altre ricerche proseguirono nelle vicine caverne degli antichi Albigesi. Nel 1939 il colonnello Otto Rahn scomparve e il suo corpo non fu mai più trovato, e forse qualcosa realmente aveva scoperto. Sempre in quegli anni, voci di testimoni parlano di altre spedizioni comandate sempre da Himmler in Nepal e Tibet alla ricerca dell'Arca dell'Allenza o della stirpe primigenia del nazismo, l'ariano puro. La guerra non era ancora iniziata, e il Reich poteva dunque finanziare anche imprese folli. Ma quale fu il senso di tutto questo? Forse nessuno perchè nulla di particolarmente concreto in realtà fu trovato (sui risultati delle ricerche di Rahn vi sono attualmente soltanto teorie di storici e scrittori sul Graal), però è una ulteriore prova dei tanti lati oscuri politici, militari, tecnologici e soprattutto mistici che il nazismo di Hitler ha nascosto. (N. Ruocco)